La vecchia nuova “sinistva” con la puzza sotto il naso.

Lo scriviamo fra i corsivi, perché non c’è la categoria “sociologia” e quella “casi patologici”, proprio a chiarire come la politica quasi non c’entri nulla con le considerazioni che seguiranno.

I commenti sui social all’intervento di Giorgia Meloni alla Camera sulla fiducia al Governo Conte, raccontano il fenomeno della nuova “sinistva”, una specie di mostro a due teste, per metà grillino, per l’altra tendenzialmente radical-chic, cattocomunista, col portafogli a destra.

Non è più un caso, ma una scelta precisa, dettata dalla natura di chi usa le parole come clave (esattamente quello che alcuni rimproverano alla Meloni): gli epiteti rivolti alla leader di Fratelli d’Italia non riguardano quasi mai il merito di quello che dice, ma come lo dice (o lo direbbe), la sua collocazione nella scala sociale, il suo aspetto fisico, il suo essere donna.

Lavandaia, pesciarola, fruttivendola, borgatara, nana: termini usati sempre in modo spregiativo, anche e soprattutto da pensosi signorotti e signorotte con pedigree importanti, con discreti conti in banca, professioni rispettabili, lezioni di yoga online nel carrello e Garimberti sul comodino.

A lovo le lavandaie, le pesciarole, le fruttivendole, le borgatare, le nane, fanno schifo, è evidente.

Le considerano “cafone”, “volgari”, di un altro livello sociale, altrimenti non utilizzerebbero questi termini con la cattiveria e il disprezzo che si legge sotto ogni illuminato e per nulla violento attacco di Scanzi, che Iddio non lo abbia in gloria, alla Evita Peron della Garbatella (n.d.r. mica poteva essere sua).

Un disprezzo assoluto per tutto quello che assomiglia al popolo, che proviene dal popolo, che prova a parlare al popolo, una recrudescenza tardiva di Lumpenproletariat senza quanto meno l’analisi marxista dietro.

Il linguaggio ci qualifica, non c’è nulla da fare.

La notte a fare volontariato, la domenica a sentirsi teologi della liberazione, tutti i giorni davanti alla tastiera a disquisire di quanto faccia schifo questo Gollum femmina della politica italiana, quanto sia poco femminile, quanta cellulite abbia nel sedere.

Così, per partito preso, per il gusto dell’insulto sprezzante, anche quando Giorgia non dice nulla di volgare, come si potrà constatare riascoltando, ad esempio, l’ultimo discorso alla Camera.

Oddio, forse ha dato del Barbapapà al Presidente del Consiglio.

Tevvibile oltvaggio.

Aridatece la sinistra. Quella vera.

Autore dell'articolo: Redazione MeridianaMagazine

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