Italia, again!

Nacho Brex, ancora Man of the Match

Competente, solida, consapevole, disciplinata: un’Italia a tratti dominante espugna il Millennium, annichilisce i Dragoni e conquista il miglior risultato al Sei Nazioni della propria storia, con due vittorie e un pareggio.

A ripensare a quel calcio di Garbisi e alla super-prestazione contro l’Inghilterra, si corre il rischio di doversi dare un pizzicotto per capire se sia vero che la cenerentola del torneo avrebbe potuto giocarsi il titolo a Cardiff.

Reload, ci godiamo quello che vediamo, una Nazionale finalmente padrona del proprio destino, attenta e capace di ripetere in campo, a memoria, gli schemi di Quesada: e, stavolta, senza palloni che cadono, disattenzioni fatali o crolli improvvisi a rompere i propri argini.

L’Italia gioca dal primo all’ultimo minuto, costruendo sulle fondamenta di una difesa solidissima il proprio piano di gioco, completato da una mediana di geometrica potenza e una linea di tre quarti persino divertente.

Gambe dritte e mani ad uncino nei punti di incontro, con Lamaro, Brex, Garbisi, a conquistare punizioni, terreno, fiducia.

E poi la mischia, il non-luogo nel quale ogni rugbista gioca una partita nella partita e decide l’inerzia del gioco d’attacco: perfetti oggi in questo fondamentale, con tre punizioni conquistate e una contro generosamente concessa dall’arbitro.

Nel paniere delle buone cose vanno accatastate anche le buonissime notizie sul fronte della “rosa”, mai cosi ampia, mai così capace di dare garanzie al proprio tecnico.

Manca Capuozzo? Ecco Pani estremo, ventuno anni di incoscienza, con la meta in serpentina alla “Ange”, a suggello di un’azione alla mano da “rugby-spumante”.

Inutile parlare dei singoli in un concerto corale mai così all’unisono

, mai così melodioso, mai così emozionante. Abbiamo una squadra vera, finalmente, della quale essere orgogliosi, dopo anni di sofferenze, di piccoli segnali di vita, di batoste indimenticabili.

Abbiamo una squadra che ci farà divertire, sorretta da un serbatoio di under 20 di qualità e una piattaforma di giocatori di livello internazionale allenati da un tecnico che, vivaddio, è arrivato in Italia per insegnare a vincere a un gruppo di talentuosi ragazzini, dando loro motivazione e gioco.

Un bel gioco e due vittorie e mezza.

Nel Sei Nazioni.

Autore dell'articolo: Paolo Di Caro

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