Luna rosso-futurista

grazie a sportframes.it

Molla i freni! Non puoi? Schiàntali, dunque, che il polso del motore centuplichi i suoi slanci! Urrrrà! Non più contatti con questa terra immonda! lo me ne stacco alfine, ed agilmente volo sull’inebriante fiume degli astri che si gonfia in piena nel gran letto celeste! (F. T. Marinetti)

La sfida di Luna Rossa alla Coppa America dei monoscafi volanti non è roba per deboli di cuore, non è materia per puristi custodi di ragnatele spacciate per tradizione. 

I bolidi volanti che solcano i mari, quelli che scuffiano come schegge impazzite e percuotono l’acqua, gli ammassi volanti di materiali immaginifici e ultramoderni, sono roba per futuristi ebbri di modernità.
Vettori in carbonio ultraleggero, metafora di centauri per metà Marinetti e per metà Cristofoletti, impeto e assalto, “veemente dio d’una razza d’acciaio”.
La macchina non conosce musealizzazione: anche quando torni indietro, non userai mai una macchina antica; ne costruirai una nuova, luccicante come lo schianto del fulmine contro l’acciaio, con la Tradizione nel cuore. 

Fuoco da custodire, mahlerianamente, senza ceneri da adorare.
Onoriamo l’arte dell’andare a vela, amiamo la nave-scuola col Tricolore e i tre alberi che bucano l’orizzonte, ma l’amiamo come si amano gli Uffizi, il Louvre, il Prado; quando vogliamo sfidare il tempo e la velocità il modello è l’astronauta e la macchina lanciata a folle velocità verso la linea dell’orizzonte, le tute in materiale tecnico, lo schiaffo imperioso del vento che schiaffeggia gli alberi imbizzarriti.
Perché alla fine, tecnica o non tecnica, reazione o rivoluzione, di poppa o di bolina, non è la seta o l’ammiccante seriosità dei velisti in cachemire a decidere se durante l’ultima regata si debba vivere o morire; alla fine, la Vela della Grande Sfida, la Vela dei superuomini, la decidono sempre loro: il Dio del Vento e quello del Mare.

“Allento finalmente
le tue metalliche redini
e tu con voluttà ti slanci
nell’Infinito liberatore!
All’abbaiare della tua grande voce
ecco il sol che tramonta inseguirti veloce
accelerando il suo sanguinolento
palpito, all’orizzonte…”

Autore dell'articolo: Paolo Di Caro

Rispondi