ACCESSO AL RUOLO: SERVE IL CONCORSO… ANZI NO!

In Italia pare esista una sorta di perverso piacere nel creare situazioni ambigue, che poi conducono a infinite battaglie legali capaci di stravolgere più e più volte le graduatorie e di conseguenza la vita dei lavoratori della scuola.

Qualche settimana fa abbiamo trattato la questione dei Diplomati Magistrale, sedotti prima, abbandonati in seguito ed infine dimenticati in qualche ripostiglio.

Oggi ampliamo il campo, ma non per mero spirito di polemica semplicemente perché il ministero all’istruzione fornisce assist che manco Baggio a Usa ’94. 

La questione si riferisce alla procedura straordinaria delle immissioni in ruolo (sui posti residui dopo le procedure da GAE e GM) dalla prima fascia GPS stabilita dal Decreto Sostegni Bis. 

Proviamo a spiegare nel dettaglio. 

GPS sta per Graduatorie Provinciali per le Supplenze, ci si iscrive essendo in possesso del titolo di accesso ovvero il Diploma Magistrale o la Laurea in Scienze della Formazione Primaria per quanto concerne l’insegnamento alla scuola dell’infanzia e primaria, la Laurea relativa alla classe di concorso con le materie integrative e i 24 cfuper la secondaria di primo o secondo grado. 

Poi ci sono gli elenchi speciali rivolti a chi ottiene il titolo di sostegno. 

Bene, per caso avete notato riferimenti a concorsi superati? No? 

Esatto, non ci sono perché non è previsto il superamento di alcuna procedura concorsuale. 

I più attenti a questo punto si chiederanno come sia possibile dato che l’accesso alle GAE (una delle vie maestre che portano al ruolo) sia stato negato proprio ai Diplomati Magistrali dal Consiglio di Stato, con almeno 3 sentenze, facendo riferimento all’articolo 97 della Costituzione che nella sua parte conclusivacosì recita: “Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge”. 

Ed eccolo qui il famoso caso previsto dalla legge, una legge che però non si mostra equa perché da un lato nega l’accesso ai ruoli a tanti abilitati con Diploma o Laurea specifica e dall’altro ne consente l’accesso da una graduatoria nata solo per le supplenze. 

Ma non è finita qui, perché nelle pieghe del Decreto è nascosta una vera perla: questa soluzione varrà soltanto per le immissioni dell’anno scolastico 2021-22. 

Un capolavoro! 

In pratica l’unica discriminante fra un docente e l’altro sarà la fortuna, quella di essere nel posto (o posizione) giusto nell’anno giusto. 

Quelli che saranno in ipotetica posizione utile l’anno prossimo invece sono dei poveri sfigati. 

Ma i Decreti in materia di scuola chi li scrive, Paperino? 

Non è finita qui però, la lista delle discriminazioni è ancora aperta, si perché l’Italia non è un Paese per le pari opportunità. 

Dovete sapere infatti che la procedura straordinaria di immissioni in ruolo non si muoverà allo stesso modo su tutto il territorio nazionale. 

Al nord le graduatorie per il tempo indeterminato sono esaurite in buona misura e di posti residui ce ne sono un bel po’, al sud l’esatto contrario: graduatorie che esplodono e pochi posti. 

In pratica avremo docenti assunti anche con pochi anni di servizio da una parte e altri che aspettano da 20 anni e continueranno a farlo chissà ancora per quanto. 

In tutto questo marasma si continua a tenere in piedi con gli stuzzicadenti un sistema ormai logoro che non funziona più da tempo. 

Le Graduatorie Ad Esaurimento note come GAE sono un’istituzione vecchia di 15 anni che ha ricevuto attacchi e modifiche di ogni sorta, andrebbero riformate e per farlo basterebbe guardare al passato, ricostituendo le fasce in modo tale da consentire l’accesso a chi ne abbia diritto perché abilitato e al tempo stesso continuando a garantire la precedenza a chi vi è dentro da tanto tempo e che quindi non vuole (giustamente) farsi scavalcare dagli ultimi arrivati. 

Si perché le invenzioni come quella di quest’anno alimenteranno solo la macchina di ricorsi che in questi anni ha massacrando la scuola dividendo i docenti impegnati a guardarsi in cagnesco invece di unirsi in un’unica azione tesa a fare valere i legittimi diritti

Autore dell'articolo: Chris Grasso

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